L'intelligenza artificiale ed il lavoro

L’intelligenza artificiale non ci ruberà il lavoro

La collaborazione tra l’intelligenza artificiale e umani è destinata a crescere ed espandersi negli anni.

L’AI sta cambiando il volto del lavoro ed è evidente il ruolo centrale degli esseri umani in questo cambiamento.

La vera chiave sta nell’unione di queste due forze intelligenti, in modo da poter collaborare insieme.


La capacità delle macchine di apprendere e automatizzare una vasta gamma di compiti, chiamata anche Machine Learning sta dando forma a una “nuova era” in cui gli esseri umani e l’AI lavorano insieme in connessione.

Questa collaborazione è una grande svolta nel lavoro e promette di trasformare radicalmente le dinamiche aziendali.

Le aziende utilizzano sempre più i dati per migliorare le performance, la comprensione dei clienti e la gestione dei collaboratori o dei competitor.

Le analisi devono permettere di conoscere meglio le persone, ma occorre fare un patto umano.

Abbiamo la responsabilità di costruire una relazione armoniosa con la tecnologia e la tecnologia deve essere in armonia con le nostre vite e i dati.

È ciò che accade nel mondo del lavoro, dove è fondamentale affrontare il tema dell’“intelligence” che non è soltanto artificiale, ma è una trasformazione culturale che anziché partire dal mezzo (la macchina) è orientata allo scopo (il talento). Per questo voglio parlare di collaborazione tra AI ed essere umano.


L'intelligenza artificiale non ruberà il lavoro

Una delle paure più comuni sull’AI è che essa sostituirà gli esseri umani nel mondo del lavoro.

L’AI si sta rivelando un mezzo potente per le competenze umane, invece di un surrogato. Questo fa sì che l’AI sia un perfetto alleato per gli esseri umani sul lavoro.

Quando abbiamo iniziato ad avvicinarci a questi aspetti pensavamo che il tema dell’AI per le risorse umane consistesse nel risparmiare tempo.

E invece no, parliamo di energia.

La macchina migliora la capacità di relazione se usata in modo corretto. È chiaro che tutto dipende da come usiamo l’AI, ma anche dal tipo di input che forniamo.

Ecco perché occorre parlare di armonia, di unione uomo e macchina: perché è l’essere umano che dà l’input, è la persona che crea il veicolo affinché poi la macchina possa restituire una risposta. Non si tratta di lavorare meno, ma di creare una connessione di armonia e logica.


Articolo a cura di

Andrea BlossomBox    blossombox

 

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